Descrizione
Graven, coltivare il vino: un volume che è un omaggio a Joško Francesco Gravner, alla sua cantina e alla opera di viticultore.
Nato Sloveno e sempre vissuto a Lenzuolo Bianco, a pochi metri dal confine, si definisce un “contadino” e non ama allontanarsi dalle sue vigne in cui produce il vino con metodi antichi. E’ considerato uno dei padri della viticultura rigorosa in Italia.
La sua storia di viticultore è una storia di ricerca, pensiero, impegno, coraggio per arrivare fino a qui: dalla vendemmia 2007 tutti i vini bianchi di Gravner maturano almeno 7 anni prima di vedere la bottiglia. Questa decisione sintetizza e racchiude tutte le altre: l’anfora, la macerazione, la lunga e lenta fermentazione, la trasformazione malolattica, la torchiatura, la botte grande sono tutte scelte che preludono, o forse conseguono a questo grande disegno.
Perché attendere sette anni prima che un vino bianco inizi la sua vita commerciale è davvero una decisione definitiva. Contiene una cifra di rischio, impegno, lavoro e vita tale da piegare una trave. Ma Joško ha poche certezze, e una sicurezza: se fin da quel primo momento, se da quando si prepara la vite per il prossimo raccolto durante la vendemmia tutto è concertato, tutto è fatto rispettando la verità della Natura, allora il vino potrà attendere l’età adulta. E camminare nel mondo con gambe salde e schiena ritta, perché non avrà nulla da temere.
Il vino, il tempo, il pensiero, in un grandioso volume: Gravner, coltivare il vino.
Graven, coltivare il vino: un volume che è un omaggio a Joško Francesco Gravner, alla sua cantina e alla opera di viticultore.
Nato Sloveno e sempre vissuto a Lenzuolo Bianco, a pochi metri dal confine, si definisce un “contadino” e non ama allontanarsi dalle sue vigne in cui produce il vino con metodi antichi. E’ considerato uno dei padri della viticultura rigorosa in Italia.
La sua storia di viticultore è una storia di ricerca, pensiero, impegno, coraggio per arrivare fino a qui: dalla vendemmia 2007 tutti i vini bianchi di Gravner maturano almeno 7 anni prima di vedere la bottiglia. Questa decisione sintetizza e racchiude tutte le altre: l’anfora, la macerazione, la lunga e lenta fermentazione, la trasformazione malolattica, la torchiatura, la botte grande sono tutte scelte che preludono, o forse conseguono a questo grande disegno.
Perché attendere sette anni prima che un vino bianco inizi la sua vita commerciale è davvero una decisione definitiva. Contiene una cifra di rischio, impegno, lavoro e vita tale da piegare una trave. Ma Joško ha poche certezze, e una sicurezza: se fin da quel primo momento, se da quando si prepara la vite per il prossimo raccolto durante la vendemmia tutto è concertato, tutto è fatto rispettando la verità della Natura, allora il vino potrà attendere l’età adulta. E camminare nel mondo con gambe salde e schiena ritta, perché non avrà nulla da temere.
Il vino, il tempo, il pensiero, in un grandioso volume: Gravner, coltivare il vino.